Kuala Lumpur: un incredibile viaggio tra storia e modernità

La prima tappa del nostro viaggio in Asia è stata Kuala Lumpur, nonché capitale della Malesia, famosa soprattutto per le Petronas Twin Towers che dominano la città. Una volta arrivati in aeroporto dopo un viaggio piuttosto lungo, comprensivo di scalo ad Abu Dhabi di 2 ore, abbiamo preso il treno KL Express (20 Euro A/R a testa) per arrivare a KL Sentral dove abbiamo preso un taxi per arrivare in hotel. È importante sapere che a Kuala Lumpur i taxi sono economici, ma è sempre bene concordare il prezzo con il tassista prima di iniziare la corsa. Noi in 3 giorni e mezzo a Kuala Lumpur abbiamo preso il taxi solo un paio di volte, in quanto girarla a piedi è comodo e semplice, ma spesso il caldo e l’umidità ci hanno tolto le forze, e quindi ci siamo affidati all’efficiente sistema della metro ed alla futuristica monorotaia che viaggia tra lo skyline della città, entrambe molto molto economiche. Non abbiamo fatto alcun tipo di abbonamento in quanto i biglietti costano solo qualche centesimo di Euro.

Kuala Lumpur è una città multietnica, dove si mischiano lingue, religioni e culture diverse, ma ambientarsi e sentirsi a proprio agio è facile, soprattutto grazie alla cordialità delle persone. La particolarità di Kuala Lumpur risiede nel fatto che a pochi passi dalla zona più commerciale, ricca di grattacieli ultramoderni, le Petronas Towers e la KL Tower, ci sono quartieri dove si può entrare a contatto con le vere tradizioni della gente. Sicuramente Jalan Alor, la strada dello street food per eccellenza, è la più caratteristica: accanto alle bancarelle ed ai negozi di cibo vi sono vecchie palazzine che si discostano completamente dalla realtà della città ultramoderna cui siamo abituati a pensare. Non spaventatevi se passando per le vie dello street food sentirete un odore sgradevole che potrebbe farvi pensare a qualche intasatura nelle fogne: in realtà questo odore poco piacevole è rilasciato dal Durian, un famoso e tipico frutto dal colore verdastro e dalla polpa gialla. Qui ne vanno matti, lo troverete ovunque e vi capiterà di sentire questo odore molto spesso. Per farvi capire quanto è sgradevole basta sapere che è vietato nei luoghi chiusi, nelle metro e negli hotel non si può consumare in camera.

Ora vi chiederete: cosa fare a Kuala Lumpur? Le cose da fare sono tante e in tre giorni e mezzo noi siamo riusciti a vedere tutto quanto ci eravamo prefissati, ma sicuramente un giorno in più ci avrebbe consentito di fare tutto con più calma e soprattutto di goderci maggiormente la meravigliosa infinity pool del nostro hotel “The Face Suites” che ci sentiamo di consigliare assolutamente. I prezzi sono più che ottimi considerato l’alto livello della struttura. Le camere sono delle vere e proprie ampie suites, dotate di ogni comfort e con panorami mozzafiato. Al momento della prenotazione avevamo richiesto esplicitamente di poter avere una camera con vista Petronas, e così è stato! La vista dal nostro letto era impagabile, soprattutto la sera quando la città si illuminava e le Petronas spiccavano ancora di più.

Il primo giorno siamo arrivati verso metà pomeriggio e quindi siamo subito andati a vedere da vicino le Petronas Towers, raggiungibili facilmente a piedi dal The Face, per poi recarci verso Bukit Bintang che è il centro dello shopping e del divertimento, soprattutto la sera quando diverse band suonano sui marciapiedi della strada raccogliendo intorno a sé un gran numero di persone. Vista la stanchezza per il lungo viaggio e per il jet-lag che un po’ si è fatto sentire, decidiamo di tornare in hotel e ci godiamo le ultime luci della giornata in piscina, vedendo quindi la città trasformarsi e ammirando lo skyline di questa meravigliosa metropoli che ci ha stupiti sin da subito.

La mattina seguente ci siamo subito recati a Chinatown prendendo la monorail e scendendo a Maharajalela. Ci siamo subito trovati di fronte ad un tempio, a nostro avviso non particolarmente conosciuto, molto bello e particolare: Chan She Shu Yuen. Si tratta di uno dei più antichi templi buddhisti della Malesia. L’ingresso è gratuito e sicuramente merita una visita.

Proseguendo per la strada ci siamo trovati di fronte alla famosa Petaling Street, il centro di Chinatown. Sinceramente ci aspettavamo di più, infatti altro non è che un insieme di bancarelle e negozi cinesi che vendono qualsiasi tipo di oggetto falsificato. Percorriamo comunque per intero la via, arrivando poi ad un incrocio da cui inizia il caratteristico Central Market dove è possibile trovare souvenirs e mangiare a prezzi molto interessanti. Il mercato si trova proprio tra Petaling Street e Merdeka Square, dove ci siamo recati subito dopo. Qui è d’obbligo la foto di rito con la scritta I love KL, ubicata proprio al di fuori della City Gallery di Kuala Lumpur dove è possibile trovare qualsiasi tipo di cartina e scoprire di più sulla storia della città.

Merdeka Square è famosa soprattutto per essere il luogo in cui fu proclamata l’indipendenza della Malesia il 31 Agosto 1957. La piazza è circondata da siti di particolare interesse turistico e non, tra cui meritano una visita: il Museo Nazionale Tessile che è facilmente riconoscibile in quanto la facciata è caratterizzata dall’alternarsi di mattoni rossi e bianchi; la Victorian Fountain che fu portata a Kuala Lumpur direttamente dall’Inghilterra più di 100 anni fa e poi assemblata direttamente nella capitale malese; St. Mary’s Cathedral che è la chiesa anglicana più antica della città richiamante chiaramente lo stile gotico; Sultan Abdul Samad Building oggi occupato dal Ministro dell’Informazione, delle Comunicazioni e della Cultura; la Jamek Mosque che fu costruita dagli inglesi per il popolo malese e può essere visitata solo al di fuori degli orari di preghiera (dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30), attenendosi al dress code imposto rigorosamente all’entrata.

La nostra visita per Chinatown è proseguita con il Sri Mahamariamman Temple, risalente al 1873, molto caratteristico soprattutto per il fatto che rappresenta uno dei templi indù più elaborati: la sua facciata presenta delle intricate sculture rappresentanti le più importanti divinità Indù. Il fascino continua anche all’interno, dove decorazioni dorate e pietre preziose fanno da sfondo a lavori artistici che riproducono la religione induista.

Un altro templio che sicuramente merita una visita è il Guan di Temple, che per i cinesi rappresenta il dio della guerra. Una raffigurazione di quest’ultimo si trova proprio sull’altare all’interno dell’edificio, accanto ad altre significative divinità per la cultura cinese. Importante tenere in considerazione che anche per la visita di questi templi è richiesto un abbigliamento adeguato e quasi sempre viene richiesto di lasciare le scarpe fuori. Noi ci siamo portati dei vestiti da casa così da indossarli durante le visite ed evitare di dover usare quelli offerti all’ingresso, usati giornalmente da centinaia di persone. Terminata la visita a Chinatown ci siamo diretti verso la National Mosque ma purtroppo siamo capitati in un orario di preghiera e quindi abbiamo dovuto rinunciare, almeno per il momento.

Avendo acquistato online il biglietto per salire in cima alle Petronas, ci dirigiamo con la metro verso le stesse (fermata KLCC), ed essendo leggermente in anticipo facciamo un giro per l’immenso centro commerciale ubicato all’interno delle torri. Curiosando tra i vari piani, facciamo un giro all’ultimo dove veniamo attirati da un tipico ristorante malese “Madame Kwan’s” dove ci recheremo per cena dopo essere saliti sulle torri. Il biglietto per salire in cima alle Petronas costa 17 Euro a testa e offre la possibilità di percorrere il ponte che collega le due torri, di salire in cima alle stesse e di godere a 360° del panorama sulla città. Abbiamo apprezzato la visita ma comunque la visuale che avevamo dalla nostra camera e dalla piscina dell’hotel non erano da meno, anche perché erano proprio di fronte alle Petronas. Terminiamo la giornata con un’ottima e ricca cena a Madame Kwan’s dove degustiamo ottimi piatti tipici malesi ad un prezzo eccezionale (84 Ringitt in due).

Una delle cose da fare assolutamente a Kuala Lumpur è visitare le Batu Caves. Queste sono facilmente raggiungibili con la metro (capolinea della linea viola Seremban Line) in circa 40 minuti. Una volta arrivati alla stazione di destinazione è importante controllare gli orari di ritorno, per evitare di dover aspettare troppo tempo che arrivi la metro. Le Batu Caves sono spettacolari: rappresentano non solo un sito di particolare interesse culturale ed artistico, ma anche naturale. Infatti, i templi sono incavati in rocce calcaree e la collina che le ospita ha un’età geografica di oltre 400 milioni di anni. Il fatto che siano ubicate a pochi km di distanza dalla città fa sì che queste grotte vengano visitate giornalmente da centinaia di persone. L’unico modo per raggiungere l’interno delle grotte è percorrere 272 ripidi gradini, spesso insieme a simpatici (e delle volte dispettosi) macachi che fanno ormai parte della scenografia del luogo!

Meritano una visita anche le meno conosciute Ramayana Caves che sono ubicate a pochi passi dall’ingresso per accedere alle più conosciute Batu Caves. Il biglietto costa 5 MYR, davvero poco e soprattutto ne vale la pena. All’interno viene raccontata, mediante raffigurazioni, numerose statue e luci, la vita di Lord Rama. La grotta è molto alta e profonda, anche questa rappresenta senza alcun dubbio uno spettacolo naturale!

Terminata la nostra visita alle caves, riprendiamo la metro e ci dirigiamo subito a Little India (fermata Brickfields).

Non spendiamo molto tempo in questo quartiere, facciamo una passeggiata tra le vie e tra i numerosi negozietti che animano la zona, per poi dirigerci verso la National Mosque che non eravamo riusciti a vedere il giorno precedente. Siamo arrivati alla Moschea grazie ad una gentilissima ragazza che, avendoci visti scrutare la cartina alla ricerca della giusta direzione, si è gentilmente proposta di accompagnarci alla vicina stazione dei bus dove abbiamo preso il cosiddetto pink bus, cioè un bus gratuito che fa diverse tappe in giro per la città. La National Mosque rappresenta la tradizione islamica in una struttura moderna, ha ampi spazi e anch’essa richiede un abbigliamento adeguato che viene fornito all’entrata. L’ingresso è gratuito. In tre giorni di visite l’unica cosa che abbiamo pagato sono stati 5 MYR per visitare le Ramayana Caves, il che per noi, abituati a pagare qualunque monumento, è stupefacente.

Tornati in hotel passiamo un po’ di tempo a rilassarci in piscina, prima di recarci nuovamente a Bukit Bintang per passare la serata e goderci l’ultima serata a KL.

Abbiamo avuto una bellissima impressione di questa città e della gente che la abita. Abbiamo passato 3 giorni abbondanti in mezzo ad una cultura a noi nuova e sentendoci completamente a nostro agio! Prossima destinazione: Isole Perhentian! 

Stay tuned…the best is yet to come!